Valutare il food cost è indispensabile per progettare, programmare e avviare un’attività horeca.
Per ottenere successo è necessario emergere dalla concorrenza. In questa prospettiva non basta adibire un locale, creare un menù innovativo e con pietanze ricercate, ma sarà necessario valutare con attenzione anche l’aspetto collegato alle materie prime. In questa situazione diventa fondamentale conoscere il food cost, un termine che possiamo tradurre letteralmente come “costo del cibo”.
Vediamo cos’è, come calcolarlo e quali sono i vantaggi di conoscerlo
Non è semplicemente il prezzo della materia prima, il quale è un fattore importante in questo calcolo, ma una stima in percentuale che identifica l’incidenza del costo complessivo di un piatto all’interno della gestione dell’attività horeca.
È importante poi ricordare che il suo valore non è fisso nel tempo, ma subisce delle variazioni in base al prezzo delle materie prime che può cambiare di mese in mese oppure in caso di diversi fornitori.
La formula del food cost (che può essere standard preventivo o consultivo) parte da due fattori principi: il costo del prodotto e il prezzo di vendita. Per ottenerlo si parte dal calcolare il costo del prodotto, il Food Cost Standard.
Il food cost standard è la somma dei singoli prezzi gli ingredienti necessari per realizzare un piatto.
Per esempio, nelle penne al pomodoro, si dovrà valutare il costo della pasta, della salsa, del sale e dell’olio. Se vuoi conoscere il food cost di un piatto di penne al pomodoro, mozzarella e origano, in base a quanto indicato dovrai per prima cosa scorporare i singoli ingredienti ed esprimerli in costi in base alle loro quantità.
Esempio:
Food cost standard: totale 1.11 €
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Una volta ottenuto il Food Cost Standard si può procedere a calcolare quello preventivo.
Che cos’è? La spesa effettuata per un singolo piatto proposto ed è fondamentale per determinare il suo prezzo di vendita e la composizione del menù.
Per calcolarlo si deve dividere il costo del prodotto (food cost standard) per il prezzo di vendita e moltiplicare il tutto per 100: si otterrà così una percentuale per ogni singolo piatto.
Esempio:
1,11 (food cost standard) / 11 (prezzo di vendita) x 100 = 10% (food cost preventivo)
Il food cost consultivo indica la totalità dei costi delle materie prime di cui il ristorante o l’attività horeca si serve per un certo periodo.
Conoscerlo può rappresentare un vantaggio significativo per apportare eventuali correzioni alla gestione della propria attività.
Si calcola partendo ad addizionare tutti i valori compresi nel cosiddetto “inventario iniziale”, che include tutti i generi alimentari situati nei magazzini in un determinato giorno, considerato come “inizio” di un determinato periodo, e altre eventuali spese aggiuntive.
Da questa somma andranno sottratti i costi del cosiddetto “inventario finale”, che fa sempre riferimento alle materie prime in magazzino, ma presenti nel giorno finale del periodo che si prende in considerazione.
Esempio:
Consumi del mese = € inventario inizio mese + € acquisti del mese – € inventario fine mese
Food cost consultivo = € consumi del mese / € incassi del mese x 100
Ora ti stai chiedendo qual è la percentuale più adatta del food cost? Beh, dipende da diversi fattori, come ad esempio la qualità della materia prima, la tipologia della tua attività horeca, la location e la strategia. In linea generale la media di un food cost preventivo e consultivo dovrebbe rimanere entro un range che si aggira tra il 22% e il 30%.
Il food cost è un valore molto utile sia per il business plan sia nella gestione di ogni attività.
Calcolare il food cost non deve essere considerato una semplice opzione nella gestione di un’attività horeca, ma una prassi fondamentale e indispensabile per ottenere numerosi vantaggi che possono fare la differenza in un mercato, come quello del settore agroalimentare, in continuo cambiamento. Ecco tutti i benefici.